Una trasformazione della società che richiede un salto di qualità tra gli operatori delle attività outdoor
Fino a pochi anni fa, quando le action-cam e le bibite energizzanti ancora non dominavano il mondo dei social media e dei contenuti brandizzati, il mondo delle attività outdoor – o attività avventurose e all’aria aperta se preferite – era relegato a una nicchia di appassionati spesso con leggere inclinazioni al masochismo. Si parlava in termini di camminate, uscite in fiume, arrampicate.
Con il passare degli anni e l’avvento dei social le attività outdoor hanno enormemente allargato la base di fruitori che spesso vogliono emulare gli atleti che propongono non solo uno sport, ma un vero e proprio stile di vita. Spesso all’insegna dell’adrenalina e dello scarso rispetto della vita.
Insomma, i social e la predisposizione all’interazione mediatica hanno accelerato un fenomeno che comunque, in uno stile di vita sedentario e stressante, germogliava lentamente avviandosi alla maturazione.
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La crescita pre-covid del settore Attività outdoor
Uno studio del 2020 di Allied Market Reasearch, quindi in era pre-Covid, stimava un tasso annuo di crescita del 20,9% per il periodo 2021 -2028, con l’Europa che giocava la parte del leone nel settore. Questa crescita fulminante è la più sostanziosa all’interno del settore del turismo in genere (considerate che si parla di analisi pre-Covid).
La crescita riguarda sia le attività “hard” che “soft”, sia aeree che di terra che acquatiche. Insomma una crescita a 360 gradi con una forte concentrazione nella fascia (tipicamente alto-spendente) 30-41 anni.
Poi è arrivato il covid
Le previsioni e le statistiche di società specializzate non potevano prevedere gli effetti di confinamenti prolungati, la mancanza di spazi aperti e soprattutto la particolare situazione che ha messo in grado molte persone a sperimentare momenti di rallentamento, di ripensamento e perfino di cambiamento.
“Da quando sono ripartite le attività all’aria aperta abbiamo notato un forte incremento di interesse in persone che fino a poco tempo prima nemmeno pensavano di poter affrontare esperienze outdoor” dice Paolo Roverani, amministratore di Canyon park una società specializzata in attività outdoor. “Questo fenomeno rappresenta al tempo stesso un’opportunità ma anche una minaccia se non gestita in maniera professionale”.
Il rischio “libera tutti”
Infatti per molte persone avvicinarsi ad attività mai intraprese prima, che a volte richiedono una minima preparazione fisica e un particolare approccio mentale, significa dover operare un’azione di scrematura iniziale, in alcuni casi saper dire di no e soprattutto predisporre tutte le misure possibili per rendere le attività non solo sicure ma anche piacevoli diversificando le esperienze.
In pratica l’allargamento della torta dei fruitori ha significato anche una maggiore offerta di attività ma non può prescindere dall’innalzamento della qualità di servizio e professionalità che va dalle figure coinvolte nell’accompagnamento alla presentazione della proposta, che non deve mai sottovalutare il target di riferimento.
La professionalità e il progetto Team Building in Outdoor
“La professionalità nel mondo delle attività outdoor non è mai stata importante come in questa fase” aggiunge Paolo Roverani.
Canyon Park, per esempio, ha operato una scelta di impatto zero senza compromessi per trasmettere un messaggio “auto-limitante” coinvolgendo un target di persone che cerca nella natura e nelle emozioni -anche forti- una connessione con se stessi e l’ambiente che ci ospita.
Il progetto Team Building in Outdoor rappresenta l’evoluzione di questo approccio.
La ricerca di spazi aperti, anche come “aula” per corsi di formazione, meeting aziendali o solo per attivare processi di interazione e cooperazione tra i partecipanti è alla base della proposta di Canyon Park che ha creato un progetto integrato per andare incontro a questa necessità.
Sono stati coinvolti formatori, società di comunicazione e soprattutto è stata rimessa in gioco l’esperienza accumulata dai suoi fondatori che provengono tutti da esperienze manageriali in Italia e all’estero.

Il rispetto per l’ambiente: il progetto ECOlab
Sempre nella direzione di coinvolgere generando conoscenza, quindi consapevolezza, è nato un altro progetto del parco: ECOlab, rivolto alle scuole e ai visitatori del parco. Attraverso un sistema multisensoriale integrato alle attività vengono infatti proposti contenuti multimediali sulla storia, l’ecologia del canyon e del bosco, la geologia e le tradizioni antiche del territorio. Al progetto hanno collaborato storici, biologi e geologi.
Un elemento spesso sottovaluto è l’ambiente che ospita le attività. La conservazione e valorizzazione del “posto di lavoro” deve essere l’asse portante di qualsiasi operatore, anche a costo di limitare la propria operatività. Questa rappresenta una vera opportunità perché se il messaggio dell’impatto zero viene accostato al risultato del conto economico e alla percezione di gradimento dei visitatori allora si presenta una situazione win-win dove tutti gli attori ne traggono vantaggio.
L’ambiente per primo.